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sabato 3 dicembre 2011

Wish you were here

Non si vincono premi in questo momento. Il parco giochi ha chiuso. Dovete uscire o pagare il conto.
Avete preso quando vi è stato dato senza discriminarvi, adesso si discrimina. Anzi, siete voi stessi che create le condizioni per farvi discriminare. 
Discriminare ha a che fare con il giudizio e con le differenze. Il giudizio è proprio l'esito della facoltà della ragione che discerne e separa, differisce, colloca nello spazio e nel tempo ombre e dolori. 
Cani e castagne sono l'anima del mondo. I cani sono sempre uguali a se stessi, le castagne sono divenire dal fiore e dalle stagioni, secondo le condizioni di caldo e di freddo.
Voi non fate né caldo e né freddo, non odorate di fiore  e neanche di rose. Non avete bellezza di sguardo di cani, né affetto e gentilezza di cuore di cane.
Siete nemici della ragione e le differenze le create normalmente nella vostra mente priva di immaginazione, dove tutto è separazione e distacco. 
L'amore è mistero che offusca la mente; e la carne si contorce dal dolore. Come vorrei che tu fossi qui: "Wish you were here". Mi sembra che suoni così, che canti così quel desiderio anglosassone di volere qualcuno con sè! 
E' un  desiderio che sale con la musica nel cuore e nell'anima, mentre intorno si fa sera, gelo e tempesta. "Wish you were here!" Piange la terra. "Wish you were here", non ce la faccio a stare senza di te. "Wish you were here" c'è una rabbia che mi tormenta e mi assale, mi uccide e mi lascia per terra. "Wish you were here" è la fine di un incubo, che non viene colta come liberazione ma come disperazione.
Non si può cambiare canzone quando il cuore è prigioniero dell'incubo. La Felicità neanche la sente come canzone chi ha voglia di morire per un amore che non c'è più. Bisogna lasciarsi trafiggere da Dalida, "C'est fini la comedie" o meglio ancora da un tempo lontano "Lontano lontano" del suo amore Luigi Tenco che non ha retto alla banalità del vivere così tanto per vivere.
How I wish, how I wish you were here./ We're just two lost souls swimming in a fish bowl,/ year after year, / running over the same old ground. What have we found? /  The same old fears, / wish you were here.//.
Non è l'inglese che rende meno grave il desiderio di colei che chiede, consapevole della sconfitta , della negazione e dell'abbandono. 
"Wish you were here" è la consolazione di chi è già sconfitto. "Wish you were here" e la desolazione di chi è già vinto dalla solitudine e dalla frustrazione del rimpianto, che si fa rabbia, pianto e maledizione.
Vedere il cantante vecchio e coi capelli bianchi è l'immagine della fine di un'epoca di speranze e desideri.
Sul palco adesso è salito chi vuol cantare, senza sapere che cantare vuol dire: Oh, quanto vorrei che tu fossi qui con me. Quanto ti vorrei, amore mio. Quanto mi manchi amore di sempre, che avrei voluto con me sempre, a cui avrei voluto stare vicino sempre, per lasciarmi accarezzare teneramente, lasciarmi cullare dal ritmo del suo respiro, per il piacere definitivo di dormirgli sul petto. 
Poi sospira, e accetta malinconicamente quella lontananza, come un'amarezza, come una sconfitta.
Galli e amarene appartengono all'estate. I galli sono sempre uguali a se stessi, ma una volta regnavano sulle aie estive, tra i covoni di grano pronti per la trebbiatura, con il loro canto sonoro tra l'oro delle spighe e l'azzurro di sfondo del cielo pieno di promesse e sogni da realizzare, rinviando a domani le partenze.
"Wish you were here" è il dolore per quelle estati che non verranno più. I galli sono stati ingabbiati dentro "batterie" di capannoni gelidi, senza sole, illuminati solo da una luce artificiale tecnologicamente testata.
How I wish, how I wish you were here./ We're just two lost souls swimming in a fish bowl,/ year after year, / running over the same old ground. What have we found? /  The same old fears, / wish you were here//.
Non piangere, amore mio. Se parto lo faccio solo per il mio bene, è questo che so fare adesso che non ho più piacere che tu ti addormenti sul mio petto. E i miei sospiri non reggono lo sforzo del tuo respiro che si fa caldo e pesante. I don't wish you were here. Con tutto il resto della strofa resa negativa, con tutte le regole assurde di una lingua assurda di un paese assurdo che galleggia in mezzo all'Oceano, di fronte alla Francia. Di cui ci sarebbe da dire tanto, anche di quest'altro paese, adesso che si avvicinano le elezioni. Ma lasciamo perdere: Je ne voudrai pas etre rien que ce-lui que je suis. Con tutte le mie sconfitte e le mie paure che un giorno un angelo verrà a togliermi e mi conforterà con la sua luce di un sole che tornerà a brillare. E troverò un petto su cui potermi addormentare, mani da stringere, labbra da baciare, occhi pieni di bellezza e di gioia da contemplare. 

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