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martedì 28 gennaio 2014

Peter Pan: i giovani hanno anche il coraggio di restare svegli

I giovani hanno l’umiltà di vivere. Il senso è nell'inconfessabilità delle paure e dei vizi. 
C’è bisogno di grande aiuto e sostegno, perché il fallimento non cercato porta allo sgomento. 
Si dicono cose giuste quando non si dà peso a se stessi. 
“Lasciate le vostre case e andate per il mondo a edificare castelli di carta!”. “La carta non si ricicla in certe zone della terra”. 
Ogn’uno pensi  ai suoi giochi e non rimpianga la capanna dei vecchi.
I vecchi hanno la noia di vivere.  Guardate dentro la stanza dei vostri genitori, c’è qualcuno che ha affetto da vendere. Vietate il traffico di sguardi imploranti.
I giovani sono figli. Padri mancati sono alla stregua di bambini.
Non piangano le madri al cenno della corifea. 
Non è un esercizio vivere. Neanche è una passione. A volte è conflitto. Tragica ossessione. Paura dell’aereo.
Non sempre i deliri hanno terapia clinica, spesso basta una carezza. Certe volte le mamme urlano. E’ anche questo amore.
I giovani si tengono per mano. Ne hanno desiderio, quando viene a mancare la stretta di un amico. I giovani si amano e hanno aperto i lucchetti di Moccia, gettate nel fiume le promesse: è un'emozione da vivere domani la promessa. 
I giovani si parlano a modo loro. Ma chi non ha un suo modo di dire? Tutti si parlano a modo loro.
I giovani hanno tempo per essere.  E’ questa la novità che fa sospirare. 
I giovani non dicono bugie perché non credono alle fate.
"Peter Pan è troppo furbo!". "Io sono Capitan Uncino!" si oppone la bambina, che gioca con i sogni nascosti dentro al grembiulino.
"Non piangere piccolina, adesso sei grande".
"Sì, lo so" risponde la bambina. E si addormenta placidamente, tra le braccia forti del nonno, che resistono allo sforzo della gravità, spavento che appesantisce e rende inconsistente la volontà. 
Nelle tasche di chi non ha ricchezze ci sono tesori unici, che si consumano nei giorni di festa. Non è festa ogni giorno. Si chiede solo quando è festa. 
"Vivi come se non avessi niente!"
Sospira la bambina e sogna, tanto non le serve niente.
C'è chi non dorme perché non si dà pace. Ai giovani non accade spesso, a qualcuno succede, perché vuol diventare grande in un istante.
Dorme la bambina, perché anche nelle lotte tra bene e male vince ciò che è giusto. La bambina lo sa: "Non me l'ha detto nessuno".
Lo sa per un presagio misterioso che le suggerisce il destino.
"Il destino non c'é!" gli altri non lo sanno. "Se vuoi continua tu. Puoi farlo perché non sei un clown. I clown scherzano. Questo almeno lo sai?"
I giovani hanno i sogni che continuano anche il mattino dopo. Speranze che non si infrangono. Certezze che hanno il fascino dell'autunno. E' un ciclo, siate fiduciosi. Non si arresta il moto perpetuo del cuore.

lunedì 6 gennaio 2014

Ci sono persone nuove che hanno le idee giuste per risolvere la crisi. In silenzio.

Ci sono persone nuove che saprebbero risolvere la crisi se solo fossero ascoltate. Queste persone sono contro gli arroganti, contro i leccaculi, contro i servi dello Stato e del Potere. Conoscono bene anche la differenza tra Potere e Podere, che hanno individuato consistere in una pura inflessione dialettale.
Queste persone nuove sono straordinarie, perché pongono la volontà di onestà sopra ogni altra cosa. Sembra finanche che esercitino questa volontà,resistendo alle tentazioni del Podere che tanto le insidiano nel loro vissuto quotidiano. Eppure non cedono, restano ferme nella loro ferrea volontà. Sperano piuttosto, intimamente, in un futuro immediato pieno di soldi e di belle soddisfazioni personali.
"Alla faccia vosta!"
Nei loro sogni lottano contro il Podere, con tutte le sue lusinghe: la vita semplice dei campi, i generosi lavori di una volta: arare, seminare, mietere con la falce.
"Tornati di moda, tra l'altro!" mugugnano tra loro, seduti a tavola in un "ristorantino carino, ricavato da un rustico".
Tutto rimanda alla stalla, nei giorni di festa, quando o quanto interrompono con la vita frenetica di sempre o di "sembra".
Ci sono persone nuove che combattono il Potere. Loro combattono il Podere, tanto non verificano nessuna differenza tra le due definzioni "Dovete andarvene via! A casa tutti! Tutte!" gridano esasperati da certi elementi di un ampio gregge e dalle loro compagne che smarriscono la via.
Le persone nuove hanno a cuore la verità, quella condizione della mente che trova sollievo in un felice abbandono.
"La verità potrebbe essere anche starsene seduti beatamente a tavola!"
"Altroché!" rispondono  in coro gli uomini rivolgendosi alle compagne e ai figli, impegnati nella loro lotta colturale quotidiana.
"Un'altra verità è che i soldi fanno schifo!"
"Potrebbero fare schifo," ribattono altri, ruminando tra i denti, "quando o quanto c'è piacere!"
"Quando o quanto vuoi, il piacere non fa schifo!" saltano i pezzi dalla bocca di una di quelle persone nuove che si inquieta.
"Noi siamo contro il Potere!"
"Ma che potere e podere! Il piacere è piacere!"
"Va bene! Abbiamo capito che sei a favore del piacere!"
"Certo, è una cosa naturale!"
"Sì, il piacere è sempre naturale!"
Scuote la testa l'insorto, non sapendo quali sentimenti nutrire nei confronti di quelle persone nuove con cui condivide la tavola, senza sapere neanche chi sono, che cosa vogliono realmente, di quali affanni si nutrono, quali dispiaceri recano ai loro familiari. "Magari vogliono fame e successo, di nascosto! Mi devo guardare bene da questi, d'ora in poi."
"E' una congiura delle multinazionali!" cambia registro un altro. "Che hanno reso tutto un mercato! Anche la solidarietà è nelle mani di chi detiene il Podere! "
"Ci stanno rovinando!" sollevano le dita arcuate, i più vecchi di queste persone nuove. "Una volta ci bastava niente per vivere!"
L'insorto trema negli angoli della bocca, trattenendo la bava che cola all'interno, in un canalicolo tra le ghiandole sottolinguali. "Non mi sarei immaginato di dover cadere così in basso," dice, tra sé, gonfiandosi di bava. "Conosco le vostre intenzioni. Vi tengo d'occhio! Povera Italia, se comandassi io vi metterei tutti a posto!"
"No! Ti prego non iniziare con i tuoi sproloqui  contro gli immigrati, contro gli abitanti degli angoli delle stazioni ferroviarie e contro i venditori di fiori ai semafori! Non ripetere le cose che fanno innervosire tutte quelle brave persone nuove simili a te: 'I treni dei pendolari sono indecenti per la sporcizia portata dai soliti, la disoccupazione oggi colpisce soprattutto i laureati, bisogna pagare di nuovo il canone Rai!'."
Si gira di scatto l'insorto, per capire chi gli ha risposto in quel modo, come se gli avesse letto nelle impronte della scatola cranica. Si gira a guardare quei contadini intorno; li trova distesi e rilassati, che complottano tra loro; altri ripetono minacce contro il Podere, strappando pezzi di carne nel piatto.
"Non è stato nessuno di questi a rispondermi," si spaventa, con la certezza di essere spiato da qualcuno più feroce di quelli. Ha capito chi lo osserva."Ma non lo dico," sussurra tra sé. "Dovrò badare di più ai miei interessi, d'ora in poi! Anche a criticare certa gente si rischia di finire al manicomio!"
"Comincia, allora a badare ai fatti tuoi!" ribatte la medesima voce di prima.
L'insorto non risponde. Ha capito tutto. E' il suo vicino di casa che non paga la luce e l'acqua. "E' gente che fa così anche al suo paese!" sorride, per ingannare quelle compagnie che sono una vera e propria minaccia. 

mercoledì 1 gennaio 2014

L'universo dei libri: COME CONQUISTARE IL MONDO CON UNA BUATTA di ANTON...

L'universo dei libri: COME CONQUISTARE IL MONDO CON UNA BUATTA di ANTON...: Titolo: Come conquistare il mondo con una buatta Autore: Antonio G. D’Errico – Tony Cercola Casa editrice: Edizioni Anordest ...

Le parole silenziose in un giorno di festa: ripensando ai martiri dell'umanità violentata da credenze personali

Nel deserto o sui monti l'effetto è lo stesso: l'isolamento. La spinta a questa ricerca è la lontananza, che equivale alla dimenticanza. La dimenticanza non è necessità di tutti. Un essere mostruoso non dimentica. Un perverso avrebbe bisogno di lontananza.
Chi ha subito il male vero non si vendica con altro male da far subire ad altri. Si vendica chi è vittima delle sue follie: il caso di quell'omicida giovane, folle ed esaltato di Oslo è stato eclatante.
Gelosia e perversione sono la stessa malattia: l'idea che si ha di sé; pretendendo che gli altri siano a loro disposizione, come piace a loro, come, quando e quanto piace a loro.
Questo mondo fa pena e spavento perché è affollato di chi ha bisogno di considerazione. E' una pretesa che crea tensione, quando non crea rabbia e violenza.
Come si fa a spegnere facebook? Si può sapere?
Bisogna prendere le distanze dai violenti. I violenti sono "cose" travestite da persone, che come tutte le cose tremano di fronte all'umanità reale; mentre si esaltano "condividendo" pagine di cose inutili.
I violenti sono in gruppo; infatti la violenza di gruppo è "rivoluzione", una volta, adesso è appena "perversione".
I violenti sono ignoranti, eccezionalmente, per reazione; mentre i colti sono violenti per presunzione.
La cultura oggi non esiste, appena si riesce a dire qualcosa di scontato senza rischiare di essere frainteso. La cultura di oggi è il piacere dell'insulto e dell'offesa che sfocia in delirio: il caso di Oslo è eclatante. Chi crede che gli zingari siano pericolosi, per me, è violentissimo, anche se ha studiato molto nella sua vita. Inutilmente, viste le conclusioni del suo pensiero. Chi crede che i comunisti esistano ancora è violentissimo, per me, anche se ha appena la seconda media. Chi violenta sua moglie è violento, per me, anche se è dirigente delle Poste. Le Poste non c'entrano con la violenza, sono gli uomini che abusano di potere. Andrebbero smascherate le violenze coniugali prima che portino al martirio di innocenti. Chi si assolve in ogni caso è violento, per me, anche se non dice la verità.
Violento non è chi confessa le sue colpe: lo è stato, prima di sentirsi stringere da rimorsi terrificanti.
C'è chi abusa di un piccolo potere con il piacere perverso di far male al prossimo: è uccidere anche questo! Ho visto controllori di aziende di trasporto urbano sorridere mentre facevano la multa a ragazzini in lacrime che, pur avendo il biglietto, non erano riusciti a timbrarlo per il troppo affollamento. Ho visto vigili nascosti per assalire alle spalle macchine lasciate per un attimo in sosta davanti a un ospedale o una farmacia. Ho visto maestri rispondere con dei versi simili ad armenti oziosi a ragazzini che li salutavano con gentilezza ed emozione. Ho visto pregare bambini sotto lo sguardo perverso di qualcuno in ombra. Ho visto donne mettere in croce amanti più giovani. Ho visto amanti giovani ossessionare mogli che hanno ceduto per errore e debolezza a seduzioni che hanno ripudiato appena in tempo per non eccedere nella colpa.
"Ci sono solo due specie di uomini," ricordo la riflessione di Blaise Pascal, "gli uni giusti che si credono peccatori; e gli altri peccatori che si credono giusti".
Le troppe parole condivise fanno male per chi non conosce la distanza e il silenzio. Inutile è anche il ricordo della bellezza se la violenza domina. La legge di Dio e la legge degli uomini, così come la condanna della coscienza è la condanna di sé.
Le colpe del prossimo non assolvono i violenti.
Non è un sermone, che termina con la parola Amen! E' una lettera scritta con parole silenziose.