Translate

giovedì 22 dicembre 2011

Meditazioni di Natale, in tempi di crisi e di governi provvisori


A Natale c’è sempre un invito per mondi lontani. Un viaggio in Oriente.
“I Magi arrivano a gennaio!” si inquieta il parroco dall’alto dei cieli.
“Non mi riferivo a un viaggio reale,” apre a stento la bocca, la vecchietta affannata, che pensa stremata ai regali da fare, di marca: “Gogo! C’è! Me lo ha chiesto mio nipote!”
“Non dubito,” soffia tra le nubi il vento che è stato sulla terra un tempo. “Non cambiare discorso! A quale viaggio ti riferivi se non a qualcosa di reale?”
“Se non la smette di perseguitarmi il viaggio lontano lo farò ancora prima di aprire gli occhi all’alba di quel giorno!”
Il vento gela, senza che si scorga traccia della neve.
“Natale è un giorno come un altro!” dice un ragazzo all’altro mentre si tirano addosso il libri di scuola, passando nella strada stretta.
La vecchia si fa il segno della croce, sussurrando, raccomandandosi l’anima al Signore: “Abbi pietà della mia anima. Non sono stato sempre un lume di virtù, posso dirlo apertamente con Te che vieni a far visita al mio cuore. Però Ti ho desiderato più di ogni altra cosa mi sia stata data in dono. Tu eri il mio dono iniziale e finale. Il mio petto ha ansimato per Te, il mio cuore ha pulsato per Te. Tu sei testimone dei miei affanni. I sentimenti sono come fili di lana, scaldano il cuore quando sono saldi e tessuti a creare una coltre. L’amore della terra si dissolve senza l’Amore del cielo.  L’Amore è la negazione del piacere: è celebrazione  dell’eternità. Nel Tuo Amore  si conclude il viaggio! Tu sei porto sicuro per un cuore affannato!” si ferma, dubita. “Forse sono descrizioni un po’ antiche, le parole già usate. E’ solo una parvenza. In realtà sono parole vere, com’è vero il bisogno di Te! Non voglio ricordarti l’assunto di Schopenauer, perché Tu sai tutto, riguardo ai suggerimenti e didascalie sulla conoscenza e sul resto: sull’essere. Il tempo è sempre presente, sia per un’esistenza limitata che per l’ipotesi dell’eternità! Ovviamente sono dimensioni di una stessa condizione di dipendenza! Sulla terra, sai, più che il tempo contano i tempi! L’Essere è in relazione ai tempi più che al tempo. Il Tempo, come sai, è una forma pura del pensiero. Non voglio assillarti, Signore, con queste meditazioni che Tu mi hai insegnato, perché Tu le hai create. Spero di non essermi inventato niente! Perché io credo in Te!” guarda con rabbia i due ragazzini che adesso si insultano e si lanciano contro parolacce. “Frena la mia ira, Signore. Riconosco in queste parole degne di Re David la mia stessa necessità! Scusami se miro a tanto, se mi sento mossa da sentimenti che non si addicono a una semplice personcina come me; che per soddisfare i desideri dei suoi tre nipotini è costretta a girare a piedi tutta Milano, per cercare il negozio giuto! Dio, mi manca l’aria!” si stringe le mani alla gola, guardando quei due ragazzini che sembrano usciti dalla scuola, forse non ci sono neanche andati: “tanto il risultato è lo stesso” pensa tra sé.  “Dammi la forza Signore, fammi crescere nella Tua grazia! Crescere è un modo di rappresentare la vita che si sviluppa. Sono vecchia ma non ancora morta!“ si ferma, con un gesto inquieto, trattiene qualcosa: la rabbia, per una suggestione tutta interiore. Sembra quasi che abbia voluto anticipare un presunto sussurro del parroco, che tace. “Sono stanca Signore, troppo affaticati ho i piedI” dubita, mugugna, trattiene il fiato con un gesto di grande decisione. “L’anno prossimo non posso giurare di essere in grado di fare lo stesso sforzo! L’ho fatto quest’anno, Tu lo sai, per una promessa! Poi, la crisi, i nipotini che piangono, i genitori senza possibilità! Ma l’anno prossimo spero che cambi tutto. Non so se riuscirei a resistere ancora a un’altra crisi, a un’altra manovra economica, ad altri sforzi. Pagano sempre gli stessi! Lo so che anche questa considerazione è conformistica, ma io non ce la faccio sul serio!” alleggerisce il respiro. Guarda nella stradina adesso che i ragazzi non ci sono più. Sospira, guarda sul cellulare per vedere se il suo amico l’ha chiamata. “Non lo ha fatto! Lo farà l’anno prossimo, come ci siamo promessi.”
Dalla finestra giunge il canto antico: “Tu scendi dalla stelle o Re del cielo!”

Nessun commento:

Posta un commento