A Natale c’è sempre un invito per mondi lontani. Un viaggio
in Oriente.
“I Magi arrivano a gennaio!” si inquieta il parroco
dall’alto dei cieli.
“Non mi riferivo a un viaggio reale,” apre a stento la
bocca, la vecchietta affannata, che pensa stremata ai regali da fare, di marca:
“Gogo! C’è! Me lo ha chiesto mio nipote!”
“Non dubito,” soffia tra le nubi il vento che è stato sulla
terra un tempo. “Non cambiare discorso! A quale viaggio ti riferivi se non a
qualcosa di reale?”
“Se non la smette di perseguitarmi il viaggio lontano lo
farò ancora prima di aprire gli occhi all’alba di quel giorno!”
Il vento gela, senza che si scorga traccia della neve.
“Natale è un giorno come un altro!” dice un ragazzo
all’altro mentre si tirano addosso il libri di scuola, passando nella strada
stretta.
La vecchia si fa il segno della croce, sussurrando,
raccomandandosi l’anima al Signore: “Abbi pietà della mia anima. Non sono stato
sempre un lume di virtù, posso dirlo apertamente con Te che vieni a far visita
al mio cuore. Però Ti ho desiderato più di ogni altra cosa mi sia stata data in
dono. Tu eri il mio dono iniziale e finale. Il mio petto ha ansimato per Te, il
mio cuore ha pulsato per Te. Tu sei testimone dei miei affanni. I sentimenti
sono come fili di lana, scaldano il cuore quando sono saldi e tessuti a creare
una coltre. L’amore della terra si dissolve senza l’Amore del cielo. L’Amore è la negazione del piacere: è
celebrazione dell’eternità. Nel Tuo Amore si conclude il viaggio! Tu sei porto sicuro
per un cuore affannato!” si ferma, dubita. “Forse sono descrizioni un po’
antiche, le parole già usate. E’ solo una parvenza. In realtà sono parole vere,
com’è vero il bisogno di Te! Non voglio ricordarti l’assunto di Schopenauer,
perché Tu sai tutto, riguardo ai suggerimenti e didascalie sulla conoscenza e
sul resto: sull’essere. Il tempo è sempre presente, sia per un’esistenza
limitata che per l’ipotesi dell’eternità! Ovviamente sono dimensioni di una stessa
condizione di dipendenza! Sulla terra, sai, più che il tempo contano i tempi!
L’Essere è in relazione ai tempi più che al tempo. Il Tempo, come sai, è una forma
pura del pensiero. Non voglio assillarti, Signore, con queste meditazioni che Tu
mi hai insegnato, perché Tu le hai create. Spero di non essermi inventato
niente! Perché io credo in Te!” guarda con rabbia i due ragazzini che adesso si
insultano e si lanciano contro parolacce. “Frena la mia ira, Signore. Riconosco
in queste parole degne di Re David la mia stessa necessità! Scusami se miro a
tanto, se mi sento mossa da sentimenti che non si addicono a una semplice
personcina come me; che per soddisfare i desideri dei suoi tre nipotini è
costretta a girare a piedi tutta Milano, per cercare il negozio giuto! Dio, mi
manca l’aria!” si stringe le mani alla gola, guardando quei due ragazzini che
sembrano usciti dalla scuola, forse non ci sono neanche andati: “tanto il
risultato è lo stesso” pensa tra sé.
“Dammi la forza Signore, fammi crescere nella Tua grazia! Crescere è un
modo di rappresentare la vita che si sviluppa. Sono vecchia ma non ancora
morta!“ si ferma, con un gesto inquieto, trattiene qualcosa: la rabbia, per una
suggestione tutta interiore. Sembra quasi che abbia voluto anticipare un
presunto sussurro del parroco, che tace. “Sono stanca Signore, troppo
affaticati ho i piedI” dubita, mugugna, trattiene il fiato con un gesto di
grande decisione. “L’anno prossimo non posso giurare di essere in grado di fare
lo stesso sforzo! L’ho fatto quest’anno, Tu lo sai, per una promessa! Poi, la crisi, i nipotini che piangono, i genitori senza possibilità! Ma
l’anno prossimo spero che cambi tutto. Non so se riuscirei a resistere ancora a
un’altra crisi, a un’altra manovra economica, ad altri sforzi. Pagano sempre
gli stessi! Lo so che anche questa considerazione è conformistica, ma io non ce
la faccio sul serio!” alleggerisce il respiro. Guarda nella stradina adesso che
i ragazzi non ci sono più. Sospira, guarda sul cellulare per vedere se il suo
amico l’ha chiamata. “Non lo ha fatto! Lo farà l’anno prossimo, come ci siamo
promessi.”
Dalla finestra giunge il canto antico: “Tu scendi dalla
stelle o Re del cielo!”
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