Che
pena suscitano certi che pensano di farla franca, credendosi formati all'arte
della persuasione, sicuri di apparire interessanti con certe domandine da
mentecatti. Si proclamano scrittori, blogger,
giornalisti.
Sono in vendita sui social, coi loro post rivolti a delle
oneste persone che hanno bisogno di riferimenti, evidentemente, di un confronto
più opportunamente. E queste anime vive si mettono in comunicazione con chi è
morto, con chi non ha speranza di vita.
Convinto che gli altri non riconoscano la sua morte, evidente in ogni
espressione.
Lo
scrittore pallido, con le orbite tristi e lugubri, venuto dall’aldilà per
seminare orrore, panico e sgomento, posta i suoi tre righi di parole inutili,
vuote, senza decoro, altre volte pubblica
qualche immagine già nota a tutto il mondo, e chiede sfacciatamente a quelle
povere anime generose di sentimenti e di bene cosa pensano di quelle brillanti
idee, di quelle sue funebri ispirazioni.
Mettono tristezza. Lo sanno bene
quelle anime giuste e pie. Hanno pietà di lui e delle sue proposte, ma non
vogliono uccidere chi è già morto. Anzi, con quel mi piace in più sperano che la
smetta, che ritorni da dove è venuto, che non possa più tormentare nessuno.
Lo
scrittore e il blogger non sanno di essere stati riconosciuti nella loro natura
consunta e tragica, si illudono di aver saputo eludere l’attenzione di chi gli
accorda il suo piacere. In realtà è tragico anche il gesto dell’anima scossa
delle persone pie. Ma lo scrittore e il blogger continuano, il primo proponendo
il primo rigo del suo nuovo libro e il blogger con la proposta della ricetta
della settimana, una zuppa formidabile che mangiava da piccolo a casa di sua
nonna.
“Era
una serata chiara che lentamente scurava. Non riuscivo a prender sonno…” I tre
puntini sono d’obbligo: eccetera, significano nella mente consumata dello
scrittore. Ulteriormente.
“Insalata
di pomodorini tagliati a dadini, pane raffermo inzuppato in acqua tiepida.
Aglio, olio di karité,” una variante all’antica ricetta della nonna, ideale per
chi ha difficoltà agli occhi e altre sofferenze diffuse. “Origano delle colline
senesi, germogli di tuberi coltivati in terreni acidi e quattro olive nere.”
Ecco
la mattinata passa in questo modo.
Nel
pomeriggio domanda-indovinello-prova di cultura-dove si vince o si perde la
reputazione di sé verso gli altri e degli altri verso se, sé, sì, si: “Qualcuno
di voi sa dare una spiegazione, utilizzando un sinonimo, una parola sola, di
cosa significhi analemma?”
Chi
dà, da, ad, od anche scrive la risposta per primo passa a un livello superiore
della community.
La
sera, il blogger e lo scrittore morti augurano buona vita a tutti, prima di
ritirarsi nelle loro stanze marmoree ricoperte di terra bruciata.
“Che
sollievo” sussurrano, chiudendo gli occhi, spirando.