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lunedì 10 gennaio 2011

Ridiamo è Natale

La poesia, così come ogni forma d'arte, è unica e necessaria se indaga la verità delle esperienze umane, dove il bello non è artificio ma condanna o esaltazione. Dove ogni lamento è lamento di tutti, poiché la gioia non può essere privilegio di pochi. Sono i lamenti che arrivano al cielo, la gioia è già delle altezze celesti. La poesia celebra il dolore dell'uomo che si dispera per una gioia che è lontana dalla terra ridotta a cumulo di macerie. E’ la mancanza di speranze che origina il moto di ribellione dell’anima, che cerca in se stessa la bellezza di essere soffio divino, lontana dai tumulti di una folla corrotta che celebra Natale come illusione di salvezza o come follia, senza possibilità di pentimento.



Ridiamo, è Natale

Lasciate che io viva la vita ai margini del bosco
lontano dai leoni del circo
e nella furia di selvaggi pensieri
trovare l’idea che porta al mistero.

Miseria, miseria dei popoli
cantano i resti di una cattedrale
che più non vale.
Di tanto in tanto ancor s’ode
il ruggito simile al pianto del leone foresto
che più non impaura.
Non vi lascia il cuore sgomento
Il canto sui tetti delle civette?

Ridiamo, ridiamo è Natale.
Sono i resti di una cattedrale.

Lasciate che io viva la vita ai margini del bosco
lontano dai leoni del circo
e nella furia di selvaggi pensieri
trovare l’idea che porta al mistero.

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