Guardando la finestra
da una casetta di montagna si vede subito che non siamo atti a prendere il
treno al volo.
Si potrebbe ammirare la bellezza dei prati abbagliati dalla
luce riflessa delle cime dei monti abbagliati dalla luce riflessa delle nubi
rischiarate dall’azzurro di Dio!
Tutte le cose a Natale sono di Dio. Anche a Pasqua ogni cosa
è di Dio. Ma a Pasqua la montagna non è la stessa d’inverno. Tutti i giorni le
cose sono di Dio. Ma le cose non sono le stesse ogni giorno.
“Io non credo a tutta questa favola!” dice con saccenteria
chi ha frequentato la scuola senza profitto. “Come si può credere a tutta
questa montatura pubblicitaria?”
“Tu non devi credere” replica irritato la voce del parroco
dall’alto dei cieli. “Tu devi crescere e pentirti, allora, non ora. Ora devi
credere che tu sia più importante di tutte le cose. La scuola crea saccenti, il
mondo di Dio darà motivo a tutti per essere amati. Non ora. Non risparmierà
amore e umiliazioni. Impara a leggere e a
scrivere, prima, poi potremo sentirci.”
Il ragazzo non risponde, non trova le parole. Ma sa di avere
ragione.
I vecchi sanno di avere speranze, facendo lo sforzo di
dimenticare le delusioni. Sono impensieriti per il dolore che potrebbe venire
ai figli dei figli. “Loro non lo sanno! Lo so io, però!” sbuffa la vecchietta
stanca, che ha percorso a piedi tutta Milano per risparmiare qualche euro pur
di accontentare tutti e tre i suoi nipotini. Ha temuto finanche di poter
morire. “Ma almeno sarei morta contenta!” pensa e gioisce tra sé, sibilando, spalancando
la bocca e le mani, che stringono il freddo serale.
C’è sempre quel vecchio compagno di strada che ha borbottato
e si è disperato con lei poco prima. Ha il suo numero di cellullare, sono
rimasti amici. Non spera certo nell’amore, anche perché il suo amore di una
vita intera l’ha lasciata da poco da sola in questo mondo di pazzi. Gli ha dato
anche il suo cellulare quel compagno di strada incontrato per casa stasera. Si
sentiranno a Natale dell’anno prossimo. E’ una promessa che si sono fatti, dopo
che si sono incontrati e perduti.
Nella stradina stretta il canto di Sant’Alfonso continua,
adesso che l’ha ripercorsa nel senso contrario: “O bambino mio divino!”.
“Aspetto la tua venuta, Signore. Sono felice che tu sia un
bambino!” si fa il segno della croce, l’anziana.
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