Translate

martedì 10 novembre 2009

Destra e sinistra, Berlusconi e i benefattori.

Non se ne può più di sentir parlare di Berlusconi, del suo modo di essere e di fare. Non si può neanche ammettere che venga considerato un ottimo comunicatore, pensandolo come un ottimo mercante. Decidetevi: o è un mercante, e in questa veste si dedichi al mercato, o è un comunicatore, e in questo caso gli si dia spazio in televisione, così come accade. A buon diritto, aggiungerei, poiché è degno di un tale ruolo, poiché gli si riconoscono grandi facoltà comunicative, rispetto a chi è nello stesso ruolo in modo indegno, neanche capace di comunicare. “Ma vuole cancellare la libertà di espressione”, si obietta. Questo, rispondo, non riguarda il comunicatore ma il politico; poiché approfitterebbe della sua carica istituzionale per incidere sul diritto di informazione. Il problema, dunque, è politico. E’ sulla politica che va contrastato, con la lotta politica, sapiente ed onesta, di chi non è né mercante e neanche comunicatore televisivo, ma è politico. E’ sulla politica che si porta la lotta, con gli strumenti della politica, e non con le battute che vorrebbero essere satira, ma che disgustano sinceramente e non cambiano nulla, anzi accrescono il ruolo e le facoltà del gran comunicatore, che non disdegna neanche il piano dell’ironia. Dunque la lotta è politica. Per lotta si intende la contrapposizione di un altro modello rispetto a quello proposto da Berlusconi. Chi dovrebbe fare questa contrapposizione? I politici, è ovvio, che sono modello opposto rispetto a quello proposto da Berlusconi. Che cosa dovrebbero fare questi altri politici? Beh, dovrebbero avere atteggiamenti, parole, sapienza e onestà diversi da quelli che non sono riconoscibili in Berlusconi. E’ inutile che questi politici vadano a parlare in televisione, primo perché non sono comunicatori, e quindi più parlano più sbagliano; secondo dovrebbero agire nella vita con azioni di gran pregio, riflesso del loro animo elevato. L’azione più alta che dovrebbero fare, affermando un grande senso di onestà politico e civile, è di ridurre i loro stipendi da parlamentari. Non che mi interessino i loro stipendi, personalmente, ma sarebbe una grande azione politica, una grande contrapposizione, sarebbe anche una grande dimostrazione di essere uomini puri e di grande sensibilità verso se stessi e verso i comuni cittadini. Dovrebbero questi politici, di sinistra, dicamo pure così, fare quanto non viene fatto dalla destra; e questo li distinguerebbe molto da Berlusconi, al di là delle parole. Se questi non si decidono, sono sicuro che il gran comunicatore li batterà anche in questa prova di onestà. “Di Michele Santoro cosa pensa?” mi è stato detto da un conoscente. “ E’ giusto che stia in televisione con quel suo modo di fare?” La risposta semplice è: Sì. La spiegazione ve la darò un’altra volta. In conclusione chi vuole essere di sinistra, dalla parte e al servizio dei deboli, si avvicini ai deboli con le azioni. Parole e intenti non bastano per chi vuol sentirsi politicamente diverso da Berlusconi. Le parole servono a privati cittadini, che non hanno scelto la professione di politico, ma l’unica onestà che possono esprimere è quella delle parole e del cuore; e grazie a questo, in silenzio, fanno anche qualche pratica opera di carità verso chi ha meno risorse di loro, benché le loro risorse non siano enormi, adottando a distanza un bambino, ad esempio, od allungando una moneta nella mano di un povero che per strada gli chiede qualcosa perché ha fame. Qualcuno potrebbe dire che anche molti politici hanno adottato bambini. Certo, ribatto, ma quest’opera di carità la lascino a chi ha un cuore più pulito per questo genere di emozioni. Non ci derubino anche di questa piccola possibilità. Le loro possibilità devono tendere ad essere esempio per una popolazione intera; rinunciando a ricchezze accumulate che sono spropositate rispetto al resto della gente. Gente, è un bel termine, si studi Vico per capirne la bellezza e il valore.