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mercoledì 15 giugno 2016

IL mare visto da lontano

Ci si intossica per presa di posizione. La posizione è una difesa, anche quando si attacca. C’è chi attacca per provocare, chi per stupire, un altro per essere originale. Naturalmente c’è chi ha ragione da vendere, mai da comprare.
Ci sono fatti che appartengono alla storia. E storie che non sono vere.
Ci sono ragioni inconfutabili: si chiamano credenze. Non hanno necessità di essere confutate. Vanno proclamate per dare loro intensità e tono. Diversamente sono dubbio, vergogna e penitenza.
Quanti orizzonti si aprono alla vista di chi è incapace di un gesto di amore.
La notte è sempre nera: la morte no: è paura, anche quando non è un delitto.
I colori sono l’essenza dei corpi che mutano, realizzando un destino segnato.
Ho visto la bruttezza nel bianco pallido di un ricordo. La paura acceca come i sogni. Al risveglio si rinnova quel disagio che non si coglie chiaramente: rimane sempre un intimo segnale di tristezza o di spavento.
Lo spavento è proprio dei bambini. I grandi fanno finta di niente in presenza di estranei.
All’amore rinunciano coloro che guardano attraverso i vetri la discesa feroce della pioggia scatenata da un  temporale, sperando che a loro non succeda niente.
“Ah, se fossi pittore farei tutta la vita il suo ritratto!”
Io ritorno a mia madre, al suo bene che prendeva forma nei suoi occhi innamorati del bel canto, nel suo seno ingrossato dalla fiducia, nella sua volontà di essere parte di un mondo popolato da uomini e non da bestie feroci.
Anche un pulcino può scatenarsi contro un verme. Di pulcini non c’è più traccia.
Se penso a chi reclama continuamente contro un altro mi viene da vomitare.


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