Ci si intossica per presa di
posizione. La posizione è una difesa, anche quando si attacca. C’è chi attacca per
provocare, chi per stupire, un altro per essere originale. Naturalmente c’è chi
ha ragione da vendere, mai da comprare.
Ci sono fatti che appartengono alla
storia. E storie che non sono vere.
Ci sono ragioni inconfutabili: si
chiamano credenze. Non hanno necessità di essere confutate. Vanno proclamate
per dare loro intensità e tono. Diversamente sono dubbio, vergogna e penitenza.
Quanti orizzonti si aprono alla vista
di chi è incapace di un gesto di amore.
La notte è sempre nera: la morte no:
è paura, anche quando non è un delitto.
I colori sono l’essenza dei corpi che
mutano, realizzando un destino segnato.
Ho visto la bruttezza nel bianco
pallido di un ricordo. La paura acceca come i sogni. Al risveglio si rinnova
quel disagio che non si coglie chiaramente: rimane sempre un intimo segnale di
tristezza o di spavento.
Lo spavento è proprio dei bambini. I
grandi fanno finta di niente in presenza di estranei.
All’amore rinunciano coloro che
guardano attraverso i vetri la discesa feroce della pioggia scatenata da
un temporale, sperando che a loro non
succeda niente.
“Ah, se fossi pittore farei tutta la
vita il suo ritratto!”
Io ritorno a mia madre, al suo bene
che prendeva forma nei suoi occhi innamorati del bel canto, nel suo seno
ingrossato dalla fiducia, nella sua volontà di essere parte di un mondo popolato
da uomini e non da bestie feroci.
Anche un pulcino può scatenarsi
contro un verme. Di pulcini non c’è più traccia.
Se penso a chi reclama continuamente
contro un altro mi viene da vomitare.
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