Il latte di capra non mira all'offesa. Non
sono le capre meno dell'uomo che ha perso la calma. Le capre sono invito a
respirare naturalmente.
Le capre mangiano solo erba non tocca.
Distinguono i germogli dalle radici. Cosa che certi animali faticano a far
comprendere al loro padrone.
Sono le pecore che restano col muso nella
terra a brucare radici e sassi. Le capre non lo fanno. Hanno stile e mestiere
per essere vedette sulle alture dell'Atlante.
Le capre rimangono in piedi tutto il
giorno, per sdegno mai per sconforto. Hanno le corna perché reggono il mondo
con le sue abitudini misteriose.
Non c'è nulla di allusivo nel
"segreto di Pulcinella".
Il latte di capra non prende alla
gola. Certi sono disgustati dall'odore.
Generazioni di pastori hanno fatto
crescere i figli con quell'odore che si portano dietro fin dalla loro
infanzia.
Ora occupano posti nelle città, ma lo
sguardo e l'odore sono dei monti. Allevano i figli, questi figli, con
latte vegetale per impedire di essere prede del lattosio.
Le capre non sono insulto per gli
uomini. Sono vanto e destino. Punto di arrivo.
C'è qualcosa di antico oggi nell'aria.
Anzi di vecchio, che non rinnova la gioia né la offusca. C'è la voluttà
dei pastori in D'Annunzio, perché il pensiero è ebbrezza quando non è
abitudine.
In primavera si rinnova l'attesa. Solo
l'estate rende tutto più lento e afoso. I sapori sono freschi, come i colori. I
corpi sono pesanti e complessi. E' difficile nascondere i difetti accresciuti
durante l'inverno.
Un lattoniere non è certo un pastore. Il
suo odore è di città: odora di caffè e cappuccini a colazione. Per i suoi
figli non crede in un futuro migliore del suo. Immagina che debbano diventare
bianchi di calce o neri di amarezza e rimpianti.
Ci sono odori sintetici che rendono vive
le case. La morte si tende a tenere lontano. Meglio che tocchi ai vicini. Che
pena che fanno i figli. Hanno tutti i tratti del padre. Un uomo che ha il
coraggio di una pecora.
Le capre hanno il piacere della
somiglianza. Le pecore sono appena animali quando dormono. Il resto della
giornata rimangono appese a un torpore che inquieta. Come gli uomini che girano
intorno a chi li comanda nel disprezzo di una felicità intravvista.
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