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mercoledì 7 maggio 2014

Prima che beli, il mondo è immagine della polvere


Il latte di capra non mira all'offesa. Non sono le capre meno dell'uomo che ha perso la calma. Le capre sono invito a respirare naturalmente.
Le capre mangiano solo erba non tocca. Distinguono i germogli dalle radici. Cosa che certi animali faticano a far comprendere al loro padrone.
Sono le pecore che restano col muso nella terra a brucare radici e sassi. Le capre non lo fanno. Hanno stile e mestiere per essere vedette sulle alture dell'Atlante.
Le capre rimangono in piedi tutto il giorno, per sdegno mai per sconforto. Hanno le corna perché reggono il mondo con le sue abitudini misteriose.
Non c'è nulla di allusivo nel "segreto di Pulcinella".
Il latte di capra non prende alla gola. Certi sono disgustati dall'odore.
Generazioni di pastori hanno fatto crescere i figli con quell'odore che si portano dietro fin dalla loro infanzia.
Ora occupano posti nelle città, ma lo sguardo e l'odore sono dei monti. Allevano i figli, questi figli, con latte vegetale per impedire di essere prede del lattosio.
Le capre non sono insulto per gli uomini. Sono vanto e destino. Punto di arrivo.
C'è qualcosa di antico oggi nell'aria. Anzi di vecchio, che non rinnova la gioia né la offusca.  C'è la voluttà dei pastori in D'Annunzio, perché il pensiero è ebbrezza quando non è abitudine.
In primavera si rinnova l'attesa. Solo l'estate rende tutto più lento e afoso. I sapori sono freschi, come i colori. I corpi sono pesanti e complessi. E' difficile nascondere i difetti accresciuti durante l'inverno.
Un lattoniere non è certo un pastore. Il suo odore è di città: odora di caffè e cappuccini a colazione. Per i suoi figli non crede in un futuro migliore del suo. Immagina che debbano diventare bianchi di calce o neri di amarezza e rimpianti.
Ci sono odori sintetici che rendono vive le case. La morte si tende a tenere lontano. Meglio che tocchi ai vicini. Che pena che fanno i figli. Hanno tutti i tratti del padre. Un uomo che ha il coraggio di una pecora.

Le capre hanno il piacere della somiglianza. Le pecore sono appena animali quando dormono. Il resto della giornata rimangono appese a un torpore che inquieta. Come gli uomini che girano intorno a chi li comanda nel disprezzo di una felicità intravvista.

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